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Summer School e Call Metis "Lavoro e sviluppo. Umanità, socialità, territorialità" - 20-25 luglio - SIPED
Summer School e Call Metis "Lavoro e sviluppo. Umanità, socialità, territorialità" - 20-25 luglio - Locandina

Summer School e Call Metis “Lavoro e sviluppo. Umanità, socialità, territorialità” – 20-25 luglio

Summer School e Call Metis “Lavoro e sviluppo. Umanità, socialità, territorialità” – 20-25 luglio

Su richiesta dei proff. Giuseppe Annacontini e Piergiuseppe Ellerani, segnaliamo la summer school e la call per la rivista Metis “Lavoro e sviluppo. Umanità, socialità, territorialità”.
La Summer School, organizzata dall’Istituto Paulo Freire, in collaborazione con LiberaLecce e con il patrocinio del Dipartimento di Storia Società e Studi sull’Uomo dell’Università del Salento, è ospitata nei luoghi del Comune di Tiggiano (Le), capofila di Area Interna, si svolgerà dal 20.07.2021 al 25.07.2021.
1921-2021: i cento anni dalla nascita di Paulo Freire sono una nuova occasione per riflettere sul pensiero del pedagogista brasiliano, e riscoprire-attualizzare le sue linee di intervento attraverso le matrici di coscientizzazione, di emancipazione, di educazione come pratica di libertà. In un momento storico di nuovi analfabetismi e divari sociali ed economici, il lavoro diviene ancora una questione antimonica, tra democrazia e sviluppo umano da una parte e sfruttamento ed esclusione dall’altra.
L’Istituto Paulo Freire Italia propone la Summer School in un luogo geografico come la Puglia dove coesistono progettualità di innovazione sociale trasformativa di nuove ri-partenze e drammatiche condizioni di sfruttamento e di svalutazione della vita umana. Attraverso le forme dei circoli di cultura e di attivazione di comunità, porteranno il loro pensiero, tra gli altri, Moacir Gadotti, dell’IPF San Paolo, Julian Boal, Rio De Janeiro e del Theater der Unterdrückten, Barbara Santos, Teatro de Oprimido, Curinga, Rio de Janeiro. Nel laboratorio condotti da Luciana Talamonti e Massimiliano Bozza verrà posta in riflessione l’esperienza del Teatro dell’Oppresso, alleata con l’estetica popolare, riconoscendo l’importanza del simbolico, del corpo, dei canti, della danza, degli elementi originari e ancestrali di ogni spazio.

Locandina

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