Educazione e studi di genere tra teoria e storia

Coordinatori: Francesca Borruso, Rosa Gallelli, Gabriella Seveso

Descrizione

Ormai da alcuni decenni, all’interno del panorama pedagogico italiano ed internazionale, si sono affermate riflessioni e ricerche ampie e consolidate in merito alla dimensione del genere nel suo intreccio con la storia dell’educazione, con le teorie pedagogiche e con le pratiche educative. Si tratta di una produzione saggistica ricca ed articolata, che ha visto la pedagogia entrare in proficuo dialogo con altre prospettive disciplinari, proponendo una propria specifica attenzione all’importanza di una progettualità consapevole e di un’autenticità delle relazioni educative e formative, ai fini di costruire appartenenze di genere aperte, plurali e rispettose dell’alterità. Questa attenzione si rivela ancor più indispensabile nella realtà attuale, caratterizzata, da un lato, da mutamenti di ruolo complessi e contraddittori, da relazioni soggette sovente alla precarietà, da condizioni di fragilità diffuse, e dall’altro lato, dalla possibilità di co-costruzione di nuovi copioni e di nuove traiettorie di vita, e caratterizzata, anche, dall’emergere di nuove forme di discriminazione, stigmatizzazione e rifiuto connesse alle differenze di genere, che trovano nel corpo il luogo fisico e simbolico ove sedimentare violenze antiche. In particolare, nell’ambito della scuola, appare ancora molto importante il fenomeno della sottorappresentazione delle ragazze e delle giovani donne all’interno dei percorsi di studio STEM, attraverso dinamiche di segregazione formativa e di auto segregazione formativa; così come appare significativo il ruolo giocato dagli/dalle insegnanti nella perpetuazione degli stereotipi di genere e nell’orientare il processo di costruzione dell’identità di genere di ciascuno/a, attraverso la relazione in classe, il linguaggio, l’uso di strumenti e metodologie, la costruzione di curricola, la presenza di inconscious bias. Resta, inoltre, ancora assai carente nella formazione di base e in servizio dei docenti la presenza di attività e di studi che elicitino consapevolezze riguardo alla dimensione del genere. A sua volta, la famiglia, luogo storicamente deputato alla costruzione delle identità di genere esplicitamente e/o implicitamente normate, sta vivendo una transizione non priva di contraddizioni per costituirsi come luogo ove le identità si definiscono e autodefiniscono con percorsi più complessi e più articolati che nel passato e come luogo di relazioni plurali, favorendo nuove traiettorie, ma anche, in alcuni casi, confermando implicitamente messaggi o dinamiche tradizionali.

Queste contraddizioni e questi mutamenti complessi si registrano, peraltro, anche in molti ambiti dell’educazione informale, quali l’associazionismo, i servizi educativi in generale, i media, l’educazione diffusa, e così via, poiché sembra evidente una realtà in cui i mutamenti biografici non sono collocati all’interno di cornici predefinite e rigide, ma emerge, al contempo, la difficoltà a pensarsi liberamente, superando la rappresentazione dicotomica e gerarchica delle differenze di genere e assumendo con forza una prospettiva di valorizzazione delle peculiarità individuali di tutte e tutti. La lettura di fenomeni così articolati e profondi può essere condotta solo alla luce di un’indagine che sappia riconnettere con acume il presente con dinamiche, stereotipi, latenze, che provengono dalla storia della cultura, nella consapevolezza che la relazione fra presente e passato non può essere considerata semplicemente nei termini di una riemersione del passato o preservazione della memoria (già di per sé importante), ma piuttosto deve essere studiata come intreccio profondo, problematico, composito nel quale il passato si pone come uno strumento insostituibile di decodifica e interpretazione del presente.

Obiettivi

Per questo motivo, il nostro gruppo intende costituirsi con lo scopo di promuovere iniziative e ricerche che indaghino l’intreccio fra dimensione di genere, pratiche educative e formative, teorie e modelli pedagogici e didattici, nella loro dimensione sincronica e diacronica, in particolare mettendo a fuoco questo intreccio:

  1. Nei luoghi e negli spazi dell’educazione formale e informale, quali le famiglie, le scuole, i servizi educativi, l’associazionismo, i media, gli enti locali, i percorsi di formazione professionale, indagando sia la presenza di stereotipi e dinamiche connesse implicitamente o meno con le rappresentazioni tradizionali, sia le possibilità di costruzione di nuove relazioni fra generi e di nuove traiettorie biografiche di generi e di generazioni;
  2. Nei luoghi e negli spazi della professione e del tempo libero, che si costituiscono sia come possibilità di sperimentare traiettorie emancipative sia come luoghi di riproduzione di segregazioni e/o discriminazioni;
  3. Nella produzione culturale, simbolica, letteraria, artistica, come luogo di sedimentazione di consuetudini e di stereotipi, ma anche come possibilità di incubazione di trasformazioni e di nuove sensibilità fino a giungere ad essere occasioni di progettualità esistenziale emancipatoria e liberatoria;
  4. Negli ambiti connessi con la corporeità, sia nella sua dimensione concreta sia nella sua dimensione simbolica, consapevoli della centralità di questa dimensione nelle pratiche e nelle biografie individuali.

Il gruppo si propone di organizzare almeno un seminario annuale allo scopo di mettere a confronto le riflessioni e le ricerche dei/delle suoi/sue componenti e di favorire la disseminazione degli studi. Si propone, inoltre, di stimolare la produzione di contributi, articoli, monografie in merito a questi temi, di organizzare workshop e webinar con cadenza periodica.

Componenti

Angela Articoni, Università degli Studi di Foggia
Anna Ascenzi, Università degli Studi di Macerata
Susanna Barsotti, Università degli Studi di Roma Tre
Lavinia Bianchi, Università degli Studi di Roma Tre
Francesca Borruso, Università degli Studi di Roma Tre
Vittoria Bosna, Università degli Studi di Bari
Renata Bressanelli, Università Cattolica del Sacro Cuore
Anna Maria Ciraci, Università degli Studi di Roma Tre
Carmela Covato, Università degli Studi di Roma Tre
Paola Dal Toso, Università degli Studi di Verona
Barbara De Angelis, Università degli Studi di Roma Tre
Maura Di Giacinto, Università degli Studi di Roma Tre
Gabriella Falcicchio, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”
Rosa Gallelli, Università degli Studi di Bari
Carla Ghizzoni, Università Cattolica del Sacro Cuore
Chiara Lepri, Università degli Studi di Roma Tre
Chiara Meta, Università degli Studi di Roma 3
Maria Cristina Morandini, Università degli Studi di Torino
Silvia Nanni, Università degli Studi dell’Aquila
Tiziana Pironi, Università degli Studi di Bologna
Rossella Raimondo, Università degli Studi di Bologna
Gabriella Seveso, Università degli Studi di Milano-Bicocca
Maria Teresa Trisciuzzi, Libera Università di Bolzano
Simonetta Ulivieri, Università degli Studi di Firenze
Donatella Visceglia, Università degli Studi di Roma Tre

Esperti esterni

Elisa Mazzarella


English version

Education and Gender Studies between theory and history

Description

For several decades now, within the Italian and international pedagogical framework, extensive and consolidated reflections and researches have become established on the dimension of gender in its intertwining with the History of Education, with pedagogical theories and educational practices. This is a rich and articulated production of essays, which has seen pedagogy enter into fruitful dialogue with other disciplinary perspectives, proposing its own specific attention to the importance of a conscious planning and authenticity of educational and training relationships, in order to build gender identifications that are open, plural and respectful of otherness. This attention is even more essential in today’s reality, characterised on the one hand by complex and contradictory role changes, by relationships often subject to precariousness, by widespread conditions of fragility, and on the other hand by the possibility of co-constructing new scripts and new life trajectories, and also characterised by the emergence of new forms of discrimination, stigmatisation and rejection linked to gender differences, which find in the body the physical and symbolic place where to settle long-standing violence. In particular, in the school context, the phenomenon of under-representation of girls and young women in STEM courses of study still appears to be very significant, through dynamics of educational segregation and auto-educational segregation; il also appears significant the role played by teachers in perpetuating gender stereotypes and directing the process of constructing the gender identity of each individual, through classroom relationships, language, the use of tools and methodologies, the construction of curricula and the presence of unconscious bias. Moreover, the presence of activities and studies that elicit awareness of the gender dimension is still lacking in both basic and in-service teacher training. In turn, the family, a place historically designated to the construction of explicitly and/or implicitly normed gender identities, is undergoing a transition not free of contradictions in order to constitute itself as a place where identities are defined and self-defined with more complex and articulated paths than in the past and as a place of plural relations, favouring new trajectories, but also, in some cases, implicitly confirming traditional messages or dynamics.

These contradictions and complex changes can also be seen in many areas of informal education, such as in organisations, educational services in general, the media, community education, and so on, since it seems clear that biographical changes are not located within predefined and rigid frameworks, but at the same time the difficulty of thinking of oneself freely emerges, overcoming the dichotomous and hierarchical representation of gender differences and strongly assuming a perspective of valuing the individual peculiarities of everyone. The reading of such articulated and profound phenomena can only be carried out in the light of an investigation that is able to acutely reconnect the present with dynamics, stereotypes, latencies, which come from the history of culture, in the awareness that the relationship between present and past cannot be considered simply in terms of a re-emergence of the past or preservation of memory (which is important in itself), but rather must be studied as a deep, problematic, composite interweaving in which the past is an irreplaceable tool for decoding and interpreting the present.

Objectives

For this reason, the aim of establishing our group is promoting initiatives and research that investigate the intertwining of gender dimension, educational and training practices, pedagogical and didactic theories and models, in their synchronic and diachronic dimensions, in particular by focusing on this intertwining:

  1. In the places and spaces of formal and informal education, such as families, schools, educational services, organizations, media, local authorities, vocational training courses, investigating both the presence of stereotypes and dynamics connected, implicitly or not, with traditional representations, and the possibilities of building new relations between genders and new biographical trajectories of genders and generations;
  2. In the places and spaces of work and leisure, which represent both the possibility of experimenting with emancipatory trajectories and the reproduction of segregation and/or discrimination.
  3. In cultural, symbolic, literary and artistic production, as a place of sedimentation of customs and stereotypes, but also as the possibility of incubating transformations and new sensibilities, to the point of becoming opportunities for emancipatory and liberating existential planning.
  4. In areas related to corporeality, both in its concrete and symbolic dimensions, aware of the centrality of this dimension in individual practices and biographies.

The group intends to organise at least one seminar a year in order to compare the reflections and research of its members and to encourage the circulation of studies. It also proposes to stimulate the production of contributions, articles and monographs on these topics, and to organise periodic workshops and webinars.