Coordinatori: Marone Francesca, Musaio Marisa, Pesare Mimmo
Descrizione
La professionalità educativa, realizzandosi spesso all’interno di relazioni interpersonali ad alta densità emotiva, implica una dimensione affettiva ed emozionale che non può essere trascurata, senza smarrire il significato esistenziale più profondo dell’educazione stessa. Lavorando con le storie di vita delle persone, infatti, l’azione educativa si gioca anche in rapporto al mondo soggettivo e intersoggettivo dei vissuti e dei significati che intessono le traiettorie individuali e collettive. Nell’epoca delle passioni tristi (Benasayag e Schmit, 2004) e delle intimità fredde (Illouz, 2007), del culto delle emozioni (Lacroix, 2001) e dell’analfabetismo emozionale e sentimentale, l’educazione della sfera emozionale rappresenta una vera e propria emergenza, dalla quale dipendono non soltanto il benessere individuale e le relazioni interpersonali, ma anche le sorti della società democratica e della comunità solidale. Essa rappresenta dunque una questione pedagogica dagli importanti riflessi di carattere culturale e perfino politico. La formazione personale avviene all’interno di un complesso intreccio di relazioni generazionali e generative, che comportano risonanze affettive e motivazionali spesso inconsce. D’altro canto, la stessa “vocazione” pedagogica dell’educatore affonda le sue radici più profonde nella storia di formazione personale ed è percorsa, sottopelle, da dimensioni fantasmatiche e transferali che la condizionano inevitabilmente.
Il lavoro educativo, inoltre, nelle molteplici forme e nei diversi contesti in cui si declina, comporta non di rado un contatto costante con situazioni di limite o sofferenza. Nell’incontro con le fragilità degli individui e delle famiglie, l’educatore fa esperienza a sua volta di una vulnerabilità personale che è, nel contempo, un elemento di debolezza e di forza: a seconda che essa venga meramente subita come un fattore di rischio, che a lungo andare può ingenerare stanchezza, demotivazione e burn-out, oppure venga assunta consapevolmente e trasformata in una risorsa nella relazione educativa. Su questo piano, si rende più che mai opportuno cogliere i nessi sociali e i legami profondi, che uniscono le molte situazioni di fragilità, di cui educatori e insegnanti sono chiamati a prendersi cura. La capacità di coglierne la pertinenza con lo Zeitgeist, lo Spirito del Tempo, è essenziale alla comprensione dei loro significati reconditi e della loro inevitabile ambivalenza: purtroppo, nel panorama attuale, i professionisti dell’educazione esprimono ancora una certa riluttanza a leggere anche in termini di positività le situazioni di crisi, disagio, conflitto che costellano il loro agire professionale, spesso a causa di una formazione inadeguata e di un pregiudizio che li induce a voler tracciare troppo rigidi confini sugli ambiti di legittimazione del (proprio) intervento educativo. In una società, come la nostra, depauperata di capitale sociale, chi, se non l’educazione, può ancora fare qualcosa di determinante per la ricostituzione del capitale sociale medesimo?
Sulla base di questa premessa, il gruppo di ricerca intende perseguire i seguenti obiettivi scientifici e formativi: · elaborare un’epistemologia e un’ermeneutica pedagogiche capaci di assumere compiutamente la dimensione della soggettività, avvalendosi di diversi approcci (clinico, fenomenologico, critico, ecc.) all’insegna della cooperazione e dell’integrazione; · individuare e discutere criteri e modelli per la ricerca pedagogica sulle dimensioni affettive ed emotive dell’educazione e della formazione; · condividere metodi, strumenti ed esperienze per l’educazione delle emozioni e dei sentimenti e per la formazione riflessiva dei professionisti e la cura di sé; · favorire una cultura del lavoro educativo che sostenga la conoscenza e la valorizzazione della vita emotiva nei contesti dell’educazione e della cura.
Obiettivi
- elaborare un’epistemologia e un’ermeneutica pedagogiche capaci di assumere compiutamente la dimensione della soggettività, avvalendosi di diversi approcci (clinico, fenomenologico, critico, ecc.) all’insegna della cooperazione e dell’integrazione;
- individuare e discutere criteri e modelli per la ricerca pedagogica sulle dimensioni affettive ed emotive dell’educazione e della formazione;
- condividere metodi, strumenti ed esperienze per l’educazione delle emozioni e dei sentimenti e per la formazione riflessiva dei professionisti e la cura di sé;
- favorire una cultura del lavoro educativo che sostenga la conoscenza e la valorizzazione della vita emotiva nei contesti dell’educazione e della cura.
Componenti
Anna Aluffi Pentini, Università degli Studi di Roma Tre
Emanuele Balduzzi, IUSVE – Istituto Universitario Salesiano di Venezia
Fernando Bellelli, Università degli Studi di Modena e Reggio
Francesca Borruso, Università degli Studi di Roma Tre
Daniele Bruzzone, Università Cattolica del Sacro Cuore
Antonia Cunti, Università degli Studi di Napoli “Parthenope”
Chiara D’Alessio, Università degli Studi di Salerno
Mariarosaria De Simone, Università degli Studi di Napoli
Maurizio Fabbri, Università degli Studi di Bologna
Tommaso Farina, Università degli Studi di Macerata
Tommaso Fratini, Università degli Studi di Firenze
Anita Gramigna, Università degli Studi di Ferrara
Francesca Marone, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
Vito Minoia, Università degli Studi di Urbino
Marisa Musaio, Università Cattolica del Sacro Cuore
Angela Muschitiello, Università degli Studi di Bari
Mimmo Angelo Pesare, Università degli Studi del Salento
Alessandra Priore, Università degli Studi di Reggio Calabria “Mediterranea”
Maria Grazia Riva, Università degli Studi di Milano-Bicocca
Stefania Ulivieri Stiozzi, Università degli Studi di Milano-Bicocca
Federico Zannoni, Università degli Studi di Bologna
English version
Affective and emotional dimensions in education
Description
Educational professionalism, often taking place within interpersonal relationships with high emotional density, implies an affective and emotional dimension that can not be neglected, without losing the deeper existential meaning of education itself. Working with people’s life stories, in fact, educational action is also in relation to the subjective and intersubjective world of experiences and meanings that intertwine individual and collective trajectories. In the age of sad passions (Benasayag and Schmit, 2004) and cold intimacies (Illouz, 2007), of the cult of emotions (Lacroix, 2001) and of emotional and sentimental illiteracy, the education of the emotional sphere is a real emergency, on which depend not only on individual well-being and interpersonal relationships, but also on the future of democratic society and the community of solidarity. It therefore represents a pedagogical question from the important reflections of a cultural and even political nature. Personal training takes place within a complex interweaving of generational and generative relationships, which often involve unconscious emotional and motivational resonances. On the other hand, the same pedagogical “vocation” of the educator sinks its deepest roots in the history of personal formation and is traversed, under the skin, by phantasmatic and transference dimensions that inevitably condition it.
Moreover, the educational work, in the many forms and in the different contexts in which it is declined, often involves constant contact with situations of limit or suffering. In the encounter with the fragility of individuals and families, the educator experiences in turn a personal vulnerability that is at the same time an element of weakness and strength: depending on whether it is merely perceived as a risk factor , which in the long run can engender tiredness, demotivation and burn-out, or is consciously assumed and transformed into a resource in the educational relationship. On this level, it is more appropriate than ever to grasp the social links and deep bonds that unite the many situations of fragility, of which educators and teachers are called to take care. The ability to grasp its relevance with the Zeitgeist, the Spirit of Time, is essential to the understanding of their hidden meanings and their inevitable ambivalence: unfortunately, in the current scenario, education professionals still express a certain reluctance to read also in terms Positively, there are situations of crisis, uneasiness, conflict that are a feature of their professional action, often due to inadequate training and prejudice that leads them to want to trace too rigid boundaries on the areas of legitimation of the (proper) educational intervention. In a society like ours, depleted of social capital, who, if not education, can still do something decisive for the reconstitution of social capital itself?
Based on this premise, the research group intends to pursue the following scientific and training objectives: · to elaborate a pedagogical epistemology and hermeneutics capable of fully assuming the dimension of subjectivity, making use of different approaches (clinical, phenomenological, critical, etc.) in the name of cooperation and integration; · identify and discuss criteria and models for pedagogical research on the emotional and emotional dimensions of education and training; · sharing methods, tools and experiences for the education of emotions and feelings and for the reflective training of professionals and self-care; · foster a culture of educational work that supports the knowledge and appreciation of emotional life in the contexts of education and care.
Objectives
- to elaborate a pedagogical epistemology and hermeneutics capable of fully assuming the dimension of subjectivity, making use of different approaches (clinical, phenomenological, critical, etc.) in the name of cooperation and integration;
- to identify and discuss criteria and models for pedagogical research on the emotional and emotional dimensions of education and training;
- to share methods, tools and experiences for the education of emotions and feelings and for the reflective training of professionals and self-care;
- to foster a culture of educational work that supports the knowledge and appreciation of emotional life in the contexts of education and care.